STEFANO GIORDANO, VENTI ANNI DI PASSIONE PER LA MAGLIA DEL BOVES
27-06-2025 15:35 -
BOVES – Una sola maglia indossata per venti anni, con passione ed orgoglio, uno dei simboli del legame cittadino verso la squadra del cuore. Si è chiusa la carriera sportiva di Stefano Giordano, centrocampista classe ‘2000, che lo scorso maggio dopo le partite con Monregale e Pedona ha preso una decisione che, senza ipocrisia, non dispiace solo a lui. Mai una parola fuori posto, qualche ritardo di troppo agli allenamenti (sempre perdonato!) e soprattutto una grinta ed un senso del dovere che sono sempre stati ai massimi livelli, permettendogli di percorrere tutto il percorso dai Primi calci alla Promozione, giocando in Prima squadra dal 2019 al 2025.
Steve, come hai vissuto questa decisione? "Con grande consapevolezza e serenità ho deciso che il mio percorso calcistico è giunto a conclusione. Ho vissuto esperienze indimenticabili con addosso la maglia rossoblu e vado orgoglioso di tutto quello che sono riuscito a realizzare negli anni. Quando iniziai da piccolo mai avrei pensato di poter arrivare dove sono arrivato, eppure è tutto successo veramente".
Da bimbo che ha iniziato a calciare un pallone venti anni fa, a giocatore di Promozione: che viaggio è stato il tuo? "Emozionante, speciale, segnato da sensazioni che forse solo il gioco del calcio riesce a darti. Fin da bambino ho sempre amato il pallone e la maglia del Boves, che è una passione di famiglia: fu proprio Sara, mia madre, a portarmi al campo per la prima volta dopo che mi era stato consegnato a scuola il volantino che pubblicizzava la Scuola calcio del Boves. Ho condiviso lo spogliatoio con mio fratello Samuele (classe ‘2004), ed è stata una gioia grande come l'orgoglio della mia famiglia che ci ha sempre seguiti e sostenuti. Mi sembra ieri quando andavo a giocare i tornei, diventati poi campionati ufficiali una volta entrato nei Giovanissimi e negli Allievi. Con la Juniores sono stati due anni duri ma formativi, non eravamo i più forti ma nonostante tutto ci siamo divertiti: riconosco di aver avuto sempre compagni di squadra stupendi, con molti dei quali sono nate amicizie della vita".
Nel maggio 2019 l'esordio in Prima squadra e l'inizio di un nuovo capitolo: come lo hai vissuto? "Ricordo bene quel giorno di maggio, era l'ultima giornata di Prima categoria ed affrontavamo al “Boggione” il Manta quando mister Ivano Cicotero mi fece entrare al posto di Paolo Medugno. Per me era già una soddisfazione enorme, quasi il coronamento di un sogno e mai avrei pensato che sarei rimasto in Prima squadra per altre sei stagioni. A Boves il fattore umano, lo spogliatoio e l'aiutarci a vicenda sono sempre stati elementi cardine, in campo e fuori. Furono davvero un peccato le sospensioni causa Covid che ci hanno spezzato due stagioni nel 2020, proprio pochi giorni dopo il mio primo ed unico gol “da adulto” a Scarnafigi, e 2021…ma ci siamo presi la rivincita crescendo in maniera evidente dall'arrivo di Pier Calandra. Mai potrò dimenticare quanto vissuto nella primavera 2024 con la vittoria dei play-off, la partita della tempesta con la Frugarolese di un anno fa rimane un qualcosa che coloro hanno vissuto porteranno per sempre dentro al cuore".
La tua crescita sportiva è stata parallela a quella umana: sei entrato in campo bambino, ne esci da padre di famiglia. "Il Boves ha scandito la mia vita, mi ha trasmesso dei valori che porterò sempre dentro di me. A marzo sono diventato padre di Leonardo, alcune priorità sono cambiate, sto costruendo la mia carriera da Perito Industriale e le energie per il calcio, e soprattutto il tempo, sono diminuite. Posso solo ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato, allenato, fatto compagnia ed hanno condiviso con me in campo e nello spogliatoio anni di vita. Senza voler fare torto a nessuno, un ricordo speciale rimane e rimarrà per alcune persone: Valter Giuliano, insostituibile e sempre disponibile, il mio compagno di squadra ed amico Giulio Cavallo, il mio primo allenatore di sempre Claudio Tregambi. E' stato un viaggio bellissimo: grazie a tutti!”.